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Finanziamenti PMI: le nuove opportunità di crescita delle aziende italiane

finanziamenti PMI

In Italia si considerano PMI quelle aziende che rispettano i seguenti criteri: 

  • meno di 250 dipendenti;
  • un fatturato annuo non superiore a 50 milioni di euro o un totale di bilancio annuo che non supera i 43 milioni di euro.

Il settore delle PMI è il cuore del sistema produttivo italiano. Parlare di PMI in Italia, significa far riferimento al 99,9% delle imprese che operano sul territorio, di cui il 95% hanno meno di 10 dipendenti.. E’ questo il vero impatto di questa tipologia di imprese, responsabili del 70% del totale fatturato in Italia e che garantisce quasi l’80% dei salari della manodopera nazionale.

Grazie a diversi strumenti messi a disposizione dal governo nazionale e dalle singole regioni, tra cui i più rinomati sono i diversi bandi per la digitalizzazione, la formazione 4.0 o gli investimenti 4.0 (formalmente conosciuto come Nuova Sabatini), con l’aiuto del PNRR, le PMI sono in grado di potenziare i loro investimenti, approfittando di importanti sgravi fiscali, incentivi e contributi a fondo perduto.

 

Finanza alternativa per PMI in Italia

Per finanza alternativa sono intese tutte quelle operazioni che esulano dal circuito bancario tradizionale, avendo come controparte altri soggetti privati, come ad esempio il crowdfunding. Si tratta di piattaforme online che consentono un’esperienza d’uso digitale e veloce, come nel caso dell’invoice trading, o perfino di fondi d’investimento e operatori specializzati in soluzioni di debito e di equity a medio e lungo termine. 

 

Gli strumenti di finanza alternativa stanno diventando sempre più importanti nel contesto creditizio italiano, in particolare per il finanziamento delle PMI, che sono spesso trascurate dal canale bancario tradizionale. 

Tra gli strumenti di finanza alternativa più noti è possibile trovare: 

  • invoice trading
  • equity crowdfunding
  • minibond
  • basket bond

PMI innovative: l’importanza della digitalizzazione

Dal 2015, la legislazione italiana contempla anche la categoria di PMI Innovativa, corrispondente allo stadio successivo di evoluzione di una Start Up Innovativa.  Si considera che dopo un periodo di 10 anni, la Start Up Innovativa è sufficientemente matura e consolidata per affrontare un processo di crescita espansiva.

 

A livello pratico, le PMI Innovative soddisfano almeno due dei i seguenti requisiti: 

 

  • Aver sostenuto spese per ricerca e sviluppo almeno pari al 3% del maggior valore tra fatturato e costo della produzione.
  • Impiegano personale altamente professionale.
  • Sono titolari, depositarie o licenziatarie di almeno un brevetto o titolari di un software registrato.

Come si vede, le PMI Innovative hanno sono fortemente connesse alla creazione ed allo sviluppo di nuove idee, investendo una parte importante delle loro attività in ricerca, formazione e sviluppo. Questa tipologia di aziende è considerata più resiliente ai cambiamenti e alle crisi degli ultimi anni, grazie agli strumenti digitali che hanno loro permesso di adeguarsi, per esempio, alle esigenze vissute durante la pandemia, come la maggior facilità di lavorare in smart working. Soprattutto hanno saputo approfittare delle opportunità per sviluppare nuove soluzioni digitali in mercati anche internazionali. 

Le aziende con un alto tasso di digitalizzazione si dimostrano in questo modo più resilienti ai cambiamenti del mercato, ma non solo. Una maggior digitalizzazione ha permesso alle PMI Innovative di avere un tasso di crescita del loro fatturato superiore rispetto alla media nazionale, raggiungendo mercati nazionali e internazionali. Grazie all’efficientamento dei processi produttivi e della gestione basata sui dati, riducono notevolmente i loro costi e prendono decisioni più adeguate rispetto al mercato.

 

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